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martedì 4 ottobre 2011

L'ITALIA E' UNA MA GLI IDIOTI SONO MOLTI



Il Presidente della Repubblica è istituzionalmente il custode della Costituzione, che sarà pure perfettibile, ma adesso è così e come tale va rispettata. Sento dire da molti che il Presidente ha avuto un passato "comunista" ma questo al momento è a mio avviso un fatto del tutto marginale perché il suo discorso sull’Unità d'Italia dove ha in qualche modo ricordato ai leghisti che si muovono ormai secondo schemi borderline, approfittando del vuoto di potere sia del Governo che dell’Opposizione, l'ha fatto in un contesto molto preciso ed attuale e su questi parametri va giudicato e soprattutto ascoltato.
Purtroppo l'Italia viene da un passato storico "anomalo" che ancora fa sentire i danni prodotti da scelte politiche che ancora si susseguono con un effetto domino.
La prima di queste anomalie è stato la firma dei Patti Lateranensi del 1929 che avrà pure posto fine alla "Questione Romana" ma che di fatto ha vanificato in parte gli ideali del Risorgimento, fondamentalmente laico, trasformando l'Italia in un paese confessionale dove l’ingerenza della “Religione di Stato” è tuttora presente negli apparati amministrativi, politici ed economici. Le altre due anomalie rigorosamente derivate dalla prima sono state la promulgazione delle leggi razziali che cementarono l'alleanza con la Germania nazista con un ruolo di sudditanza e la successiva catastrofica entrata in guerra.
Le guerre vanno evitate ma quando si dichiarano si devono avere concrete e ragionevoli possibilità di vincerle.
Altra anomalia è stata la fuga del Re Vittorio Emanuele III che all'alba del 9 settembre insieme al Primo Ministro il generale Pietro Badoglio abbandonò Roma e l’Italia, lasciando la nazione nel caos e permettendo così l'afflusso di nuove divisioni tedesche all'interno dell'Operazione Alarico; con tutti i bombardamenti, le morti, gli eccidi, le deportazioni e le distruzioni conseguenti a quell'atto di viltà. Le nostre vicende attuali sono ancora strettamente connessa a quella fuga che si è trasformata in una guerra civile il cui odio non si è ancora sopito e che in qualche modo ancora divide l'Italia. 
In un paese "normale" il Governo porta avanti i suoi progetti e le sue proposte all'interno di un progetto politico, culturale ed etico comune che istituzionalmente è identificato dalla figura del Presidente della Repubblica, il suo custode, e dalla Bandiera. L'Opposizione, sempre in un paese "normale" dovrebbe avere il ruolo proprio dei revisori dei conti, ossia assicurarsi che chi governa non esca fuori dalla linea del progetto comune e non paludare un vago e ambiguo rinnovamento con una ideologica rivoluzione strisciante. Ma in Italia non esiste un progetto condiviso e mi sorge il ragionevole dubbio che non ci sia nessun progetto "nazionale".
Se noi abbiamo oggi un governo retto da un Primo Ministro ormai privo di qualsiasi credibilità è un altro fatto anomalo che ha le sue radici profonde nella precedente breve escursione storica. Ma il nostro Primo Ministro  è in buona compagnia. Cito alcuni nomi, che certamente non sono i più rappresentativi ma sicuramente calzanti come  l’on. Antonio Di Pietro per esempio, che è anomalo quanto gli onorevoli Umberto Bossi, Pier Ferdinando Casini e Niki Vendola. Purtroppo non posso citare nessuno degli esponenti del PD perché nessuno ha capito che cosa veramente vogliono, probabilmente neppure loro, ed in questa endemica anomalia nazionale navigano ormai a vista. Quelli citati sono personaggi che seguono un loro disegno personale, lontani dalla realtà della Nazione, sostenuti da un malcontento popolare qualunquista che non ha il coraggio e la forza di guardare ai veri problemi che ci affliggono. Chiaramente non sono i soli anomali del nostro empireo politico, ripeto, li ho citati a caso, la lista è in realtà lunga, molto ma molto più lunga. Chi vive in provincia ha inoltre molte più possibilità di rendersi conto della pochezza della classe politica e della loro totale latitanza dalla volontà di lavorare ad un progetto comune, di fatto neppure proposto. Nelle situazioni di caos per individui privi di scrupoli e di concetti morali  l’arricchimento è molto più facile, così come il raggiungimento di posizioni sociali e direttive letteralmente rubate a chi ne avrebbe giustamente titolo.
In questo contesto ben venga la tirata di orecchie che il nostro Presidente della Repubblica ha dato alla casta del nord est che partita con grandi ambizioni si ritrova piena di evasori fiscali e collusa con le mafie meridionali che hanno riempito la Campania, la Puglia e l’Abruzzo e chi sa cos'altro di venefiche scorie industriali smaltite sottobanco e che si muove con lo stesso disinvolto nepotismo della peggiore DC dei tempi passati. Altro che Roma ladrona!

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