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lunedì 22 agosto 2011

STORIE DA UN ALTRO MONDO

 La nostra è stata una nazione di migranti che una volta inseriti nella vita sociale dei paesi che gli hanno accolti hanno saputo ricambiare con dignità ed onore la fiducia e la possibilità per una vita migliore, come questo ragazzo italo americano, un vero Eroe negli USA. Non dovremmo dimenticarlo quando qualcuno alla frontiera ci chiede aiuto ed asilo
Questo post è tratto dal sito di TACTICAL NEWS MAGAZINE e racconta la storia del sergente paracadutista italo-americano Salvatore Giunta, di origine siciliana,  il primo soldato Usa vivente a ricevere la Medaglia d'Onore dalla fine della Guerra del Vietnam.


Durante un'intervista televisiva alla domanda che cosa aveva provato nel ricevere la decorazione dal Presidente degli Stati uniti ha detto: "...da una parte è un grande onore, ma dall'altra il pensiero va inevitabilmente ai compagni che non sono più in vita". 


Giunta, della 173a brigata aerotrasportata, ha ricevuto la decorazione per avere salvato la vita a diversi compagni feriti quando il suo plotone cadde in una imboscata dei Talebani nell'ottobre 2007 in Afghanistan. Iuna delle più violente battaglie nella valle di Korengal, è riuscito da solo a resistere ad un assalto di decine di talebani. 25 anni, americano con origini italiane, si è guadagnato la medaglia nella valle di Korengal, provincia di Kunar, Afghanistan. Un posto molto vicino all' Inferno, infestato dai talebani.

I FATTI
È la notte del 25 ottobre 2007. Giunta è su un crinale, in coda a una fila di parà. Avanzano con cautela, ma finiscono comunque in una trappola. Ben preparata. Gli insorti si sono disposti a L, una manovra che se è eseguita correttamente permette di spazzare via un plotone intero. E i talebani ci provano aprendo un fuoco intenso puntando sulla metà della fila. È il «muro di piombo»: una tattica per spezzare il reparto nemico e poter catturare i militari isolati. In pochi istanti cadono, feriti, gli uomini in testa. Il soldato Eckrode, i sergenti Erick Gallardo e Joshua Brennan, il medico Hugo Mendoza che spira, poco dopo, per un' emorragia. Piovono proiettili e granate. Un colpo raggiunge al petto Giunta, ma per fortuna il suo giubbotto in kevlar resiste.

Ammaccato, «Sal» si rimette in piedi, cerca di capire la situazione. Scorge più avanti i compagni sotto tiro, uno ha la mitragliatrice inceppata. Passano pochi secondi - «10 o 15 al massimo», dirà il sergente - e Giunta va al contrattacco. Con due parà avanza sparando per raggiungere Eckrode. Ci riesce. Lascia gli altri ad assistere il ferito e, da solo, prosegue verso una coppia di talebani. Si è accorto che stanno per trascinare via il sergente Joshua Brennan. Per Sal il compagno è più di un commilitone, è come un fratello. Non vuole lasciarlo nelle mani dei terroristi. Lancia l' ultima granata, svuota il caricatore. La carica disperata ha successo. Uccide un talebano e costringe alla fuga l' altro. Sal resta con Brennan in attesa dell' elicottero. Joshua chiede della morfina per placare il dolore. Giunta lo rincuora: «Presto sarai fuori di qua». Invece il sergente Brennan muore qualche ora più tardi. Quando, mesi dopo, Giunta descriverà la battaglia non parlerà da Rambo. «Non sono corso in mezzo ai proiettili per salvare un commilitone. Non ho fatto nulla di coraggioso o eroico. Volevo solo essere al suo fianco, nascondermi dietro la stessa roccia e sparare sul nemico». Sal - dicono gli istruttori - si è comportato nel modo giusto. Quando sei sotto il fuoco devi prendere la decisione migliore non per te ma per il team. Solo così puoi tirarti fuori dai guai e sopravvivere.



Giunta lo ha ripetuto ai suoi genitori, Steve e Rose: «La medaglia dovrebbe andare al soldato che era alla mia destra e a quello alla mia sinistra». Insieme al riconoscimento ufficiale, è arrivato ancora un grazie dalla madre e dal padre di Joshua Brennan. «Sal ha riportato casa il corpo di nostro figlio e abbiamo potuto celebrare un funerale con la bara aperta. Chissà cosa avrebbero potuto fare di lui i talebani...». Giunta è rientrato, dopo due turni afghani, alla base americana di Vicenza, dove vive con la moglie Jenny. E i ribelli sono tornati nella valle di Korengar: il Pentagono ha deciso di lasciare la regione dopo aver perso 40 soldati in cinque anni. Giunta, che è adesso dislocato a Vicenza, ha detto di non avere fatto niente di straordinario: "Tutti al mio posto avrebbero fatto la stessa cosa", afferma. "Sono forti le memorie delle persone con cui vorrei condividere questo onore - ha detto in una intervista via satellite da Vicenza - ma non avrò più questa opportunità perché non sono più in vita". La moglie Jenny, intervistata al suo fianco, ha detto di sperare che il marito "non sarà più dislocato in zona di combattimento perché non è facile vivere col pensiero del pericolo al quale la persona che ami è esposta". Dalla Guerra di Seccessione nel 1862 sono state assegnate solo 3.466 Medaglie d'Onore del Congresso. Il soldato cui viene conferita, a prescidere dal grado, ha il diritto di essere salutato militarmente per primo da tutti i generali e ammiragli e anche dallo stesso presidente, il comandante in capo delle Forze Armate.

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