Il confronto genera conoscenza, libertà e democrazia. L'indifferenza e l'ignoranza generano corruzione e malgoverno. Il dogma e il pregiudizio ideologico generano integralismo e conflitti.

martedì 5 luglio 2011

AFGHANISTAN FELIX_3

Questo post al 5 luglio è stato visto su TNM da 3.688 visitatori il 1,71% dei quali ha lasciato un commento.



La “morte nera” ha avuto il battesimo del fuoco in Afghanistan il 10 agosto 2007 quando nella sala operativa di Camp Arena ad Herat risuona attraverso la radio l’urlo disperato “fate presto, we are fucked, fate presto, siamo fottuti” pronunciato da un reparto composto da 24 paracadutisti spagnoli e 38 afghani caduto in un’imboscata, in una stretta gola tra Bala Mourghab e  Gormac. Almeno 7 afghani sono morti nella prima fase dell’attacco ed alcuni spagnoli sono gravemente feriti, gli altri sono riusciti a mettere gli Humvee ed i pickup in cerchio in una radura più bassa delle postazioni degli insorgenti e si difendono senza nessuna possibilità di movimento e di contrattacco: i talibans lo sanno e li tengono sotto un tiro continuo e preciso, la loro fine è solo questione di tempo. Intervengono degli F15 USA ma i veloci e pesanti jet non riescono a manovrare in mezzo alle strette valli e lanciano le loro bombe fuori target senza neppure impensierire i talibans. E’ indispensabile intervenire con gli elicotteri. Gli unici disponibili sono i Mangusta italiani di Herat, a centinaia di chilometri e da poco più di un mese in Afghanistan. Dopo un trasferimento a Qala I Naw per potersi rifornire di carburante due Mangusta si infilano a volo radente in mezzo alle montagne mentre un Predator italiano sorvola la zona facendo da ponte radio ed inviando informazioni. Sono ormai le 14 ed il reparto di spagnoli ed afghani è quasi privo di munizioni ed esausto dopo 5 ore di combattimenti continui. Non ci sono problemi di regole d’ingaggio da interpretare, la situazione è chiara ed il maggiore Cardillo, comandante del team di Mangusta, ordina l’attacco. Brevi raffiche del precisissimo cannone di bordo ribaltano la situazione. Una raffica di soli 5 colpi da 20 mm disintegra letteralmente un pickup dei talebans che con la sua KPV da 14.5 mm poteva costituire un serio problema per i Mangusta. Gli spagnoli e gli afghani trasformano il loro terrore in euforia e sostengono le picchiate dei due elicotteri con urla di soddisfazione. I Mangusta li scortano sino al limite della loro autonomia fuori dalle gole, verso la salvezza. I talebani sopravvissuti scappano terrorizzati a piedi ed in motocicletta. Dopo questo episodio saranno loro a chiamare i Mangusta la “morte nera” come riportano in documenti di intelligence pubblicati da Wikileakes. 
Il brano è un libero adattamento tratto dal libro “Afghanistan, ultima trincea” di Gian Micalessin, edito da Boroli Editore, per cortese concessione dell’Autore. La foto è di Rassegna Militare.
Gian Micalessin e Francesca Ulivi, vicedirettore di MTtv News, hanno vinto il XVII Premio giornalistico ILARIA ALPI con il reportage "Libia: i ragazzi e la rivoluzione". Gian Micalessin è l'autore del libro "Afghanistan, ultima trincea" da cui è stato liberamente tratto il brano che costituisce l'argomento del post Afghanistan Felix_3.
Questa notizia al 5 luglio era stata letta su TNM da 5.655 visitatori lo 0,30% dei quali ha lasciato un commento.

Nessun commento:

Posta un commento