Il confronto genera conoscenza, libertà e democrazia. L'indifferenza e l'ignoranza generano corruzione e malgoverno. Il dogma e il pregiudizio ideologico generano integralismo e conflitti.

mercoledì 16 novembre 2011

VINCITORI E VINTI




Spiegatemi cosa c'era da festeggiare l'altra sera davanti al Quirinale: era come ridere e mangiare popcorn al funerale dei propri genitori. Perché le spoglie l'altra sera c'erano e non erano quelle di Berlusconi, ma quelle della Politica in quanto tale che rinunciando al suo ruolo primario ha preferito consegnare i problemi della nostra nazione ad un'entità aliena chiamata "governo tecnico". Per dirla con termini più semplici è un gesto che nel mondo commerciale (quindi nel mondo reale) equivale alla consegna dei libri contabili al tribunale fallimentare per cercare di nascondere, giocando d'anticipo, i falsi in bilancio e la conseguente bancarotta. In pratica la casta (governo ed opposizione) che occupa il Parlamento  ha candidamente dichiarato che non riesce più a governare e per risolvere il problema si è rivolta a dei personaggi genericamente definiti tecnici ma in realtà, fatto salva qualche eccezione, non sono altro che dei boiardi di stato o vecchi tromboni dell'amministrazione pubblica con il cervello perennemente spento o concentrato sui regolamenti di servizio. Questi pseudo salvatori della patria, senza essere eletti dal popolo, saranno strapagati per stare al governo il giusto tempo per meritarsi il vitalizio che di legge spetta ai ministri ed ai membri di governo. In realtà si sa già che non risolveranno nulla se non ricostituire, per gratitudine verso chi li ha così ben gratificati,  le condizioni ideali per il prossimo assalto legalizzato ai privilegi di un potere becero e cialtrone.  A questo punto verrebbe spontaneo domandarsi chi abbiamo pagato per decenni se, oltre alla gran quantità di manigoldi e incapaci che siedono al Parlamento scelti dalle cupole dei partiti,  abbiamo anche alimentato quella smisurata, vorace e costosa banda di portaborse e consulenti che non è stata in grado di risolvere "tecnicamente"  quello che la "Politica" dovrebbe risolvere per mandato popolare e giuramento. Poi personalmente non capisco questa differenza tra "tecnico" e "politico" che messa in questi termini è la palese ammissione che i politici sanno solo inciuciare sui fatti loro fregandosene altamente degli aspetti "tecnici" del loro mandato, che poi equivarrebbero al concetto di "buon governo".
La folla festante davanti al Quirinale ha rappresentato a mio avviso qualcosa di funereo che avvolge ormai la salma di un Paese senza un progetto politico comune, ancora diviso dall'odio della guerra civile  che sino alla fine degli anni quaranta ha imperversato in Italia, con frange omicide che si sono protratte sino alla caduta del muro di Berlino. L'Italia di oggi è un Paese in mano ai poteri di partiti e partitini spesso "personali e famigliari"  e ad una galassia di sigle sindacali che fanno solo i loro interessi.  Gli investitori stranieri stanno fuggendo via e anche la nostra industria, per salvare se stessa, sta smantellando i propri insediamenti industriali mentre una malavita diffusa, organizzata come una holding finanziaria, sta occupando giorno dopo giorno gli spazi lasciati liberi da una politica dello sfascio e della corruzione.
Spiegatemi quindi cosa c'è da gioire, se per allontanare un governo ormai in caduta libera e privo del sostegno popolare, invece di utilizzare gli strumenti propri della Democrazia si è dovuti  ricorrere a quello che di fatto è un processo anomalo che non sembra poi così distante dal peggior modo di fare politica, quella  con la "p" minuscola.



2 commenti:

  1. Ringrazio quelli che mi hanno risposto, però in via personale, come se commentare pubblicamente quello che scrivo significasse avallarlo d'ufficio o avere timore di esporsi.
    Le cose della "politica" non si risolvono con le fratture generate dall'odio e spesso dal pregiudizio ma con il buon senso e quell'onestà morale ed intellettuale che sembra latitare nei piani alti della classe dirigente italiana, arroccata su personalismi e spesso affarismo di bassa lega. Sono d'accordo che va riscritta la legge elettorale ma che dovrebbe essere accompagnata da un'autorità in grado di monitorare sulle finanze dei politici di professione e sul loro stile di vita oltre ad instaurare uno sbarramento elettorale che elimini sigle e siglette incapaci di raggiungere per lo meno il 7% dei consensi ma Il 10 sarebbe meglio. Solo così si può procedere ad una ripulita del Parlamento nazionale e dei micro parlamenti regionali e locali.

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  2. Cara F. probabilmente la mia vis polemica è a volte, come dici tu, sopra le righe ma la realtà di quello che sta succedendo è sotto gli occhi di tutti. Personalmente io mi auguro di ricredermi e dover fare pubblicamente ammenda.

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