Il confronto genera conoscenza, libertà e democrazia. L'indifferenza e l'ignoranza generano corruzione e malgoverno. Il dogma e il pregiudizio ideologico generano integralismo e conflitti.

mercoledì 23 febbraio 2011

IL DOGMA E' LA BASE DEL DERBY.


"Se il nostro avversario non crede alla rivelazione divina, non vi è più alcun mezzo di provare gli articoli di fede col ragionamento, ma solo di rispondere alle sue obiezioni – se ne ha – contro la fede".
Così scriveva San Tommaso D'Aquino nella sua Summa Theologiae.
Io che non sono un esperto di dottrine religiose interpreto così il concetto di dogma che normalmente sorregge il pregiudizio ed il fondamentalismo: "Visto che ci stiamo confrontando, per caso o per forza,  io  forse  ti ascolterò ma tu devi sapere che qualunque cosa dirai per sostenere la tua argomentazione hai torto perché io e solo io ho ragione!"
E' un po quello che succede durante i derby calcistici dove i tifosi odiano e disprezzano i sostenitori delle squadre avversarie a prescindere da ogni logica valutazione.
La storia, quella vera, quella che segna la vita dei popoli non è una partita di calcio né una lezione di catechismo, eppure il pregiudizio, il fondamentalismo ed il dogma riducono il confronto politico e la libera informazione alla sciocca vacuità di un derby calcistico.
Infatti il dogma e il fondamentalismo sono parenti stretti dell'indifferenza che a sua volta è l'espressione evidente di una paralisi dell'anima perché, eliminando il dubbio che è la spinta basilare dell'evoluzione del pensiero occidentale, il libero arbitrio viene incartato in una dimensione di morte prematura.
Non sto inoltrandomi in concetti religiosi, che ignoro e di cui tra l'altro non mi importa nulla, sto solo cercando di dire che  parlando in termini  politicamente scorretti esistono due categorie di individui : quellochecrede e quellochepensa.
Quellochecrede è schierato ciecamente da una parte - non è importante se di destra o di sinistra  - che gli somministra concetti precotti e proprio per questa dipendenza culturale ed incapacità di analisi e di giudizio è convinto di avere sempre ragione e per dimostrarlo è pronto anche ad atti infamanti come l'omicidio ed anche il genocidio.
Quellochepensa può anche trovarsi in posizione critica verso quelli che sono i valori fondanti del mondo in cui vive e che difende, perché è cosciente delle numerose inadempienze che ancora convivono nelle democrazie occidentali. Allo stesso tempo si rende anche conto che nonostante tutto le democrazie occidentali, spesso conquistate o imposte con le armi, sono le realtà in cui un essere umano se potesse scegliere a priori vorrebbe nascere e vivere e che proprio per questo vanno potenziate, difese ed esportate.

Il nocciolo duro delle democrazie occidentali è costituita dalla middle class o, se preferite, dalla borghesia che è di fatto inesistente in gran parte dei paesi islamici, nessuno dei quali è governato da una vera democrazia perché  esistono ancora forti preconcetti di casta e di censo. In Pakistan per esempio, dove esiste una middle class in crescita, laica e sempre più scolarizzata i taliban  distruggono le scuole femminili e colpiscono i loro insegnanti perché sanno che un individuo che pensa con il suo cervello - tanto più se una donna -  per il fondamentalismo è molto più pericoloso di un fucile puntato.
In occidente, ed in particolar modo in Italia, mentre parte del proletariato si identifica sempre più nei valori del sistema economico e sociale della borghesia - mirando a rafforzare attraverso il voto il concetto di democrazia  - esiste una parte di borghesi che disprezza ed avversa il mondo che permette loro di vivere secondo canoni di agiatezza e di libertà.
Queste persone - pur acculturate, laiche ed informate - spesso sono condizionate da inspiegabili pregiudizi ideologici
Di fronte all'ondata di ribellione che sta attraversando il Nord Africa questa parte dell'elettorato occidentale plaude in modo acritico ai rivoltosi che vede, giustamente, come combattenti per la libertà ignorando però il fatto che la miseria e l'ignoranza sono il terreno ideale per la crescita dell'integralismo religioso e che le possibilità che questi coraggiosi ribelli riescano ad instaurare nei loro paesi una democrazia vera sono praticamente nulle.
Il mondo islamico non ha mai smesso di sognare il Grande Califfato, dove il dogma religioso sottomette e condiziona pesantemente la vita civile privando l'individuo della libertà più importante, quella di pensare con la propria testa. Pertanto immaginare che l'integralismo islamico si faccia sfuggire di mano la grande opportunità di impossessarsi dell'Egitto, della Tunisia e della Libia e permetta la nascita di governi democratici è una sciocchezza a cui crede solo chi ha una visione preconfezionata della storia e non accetta la dura realtà delle cose.
Se tutti noi occidentali, forti  dei nostri valori di libertà e di giustizia ma anche come difensori coscienti dei nostri interessi, non sapremo governare l'ondata di rinnovamento che sta attraversando l'islam mediterraneo nei prossimi anni potremmo trovarci a rimpiangere dittatori del calibro di Mubarak e delinquenti psicolabili come Gheddafi.
(Antoine Khan)



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