Il confronto genera conoscenza, libertà e democrazia. L'indifferenza e l'ignoranza generano corruzione e malgoverno. Il dogma e il pregiudizio ideologico generano integralismo e conflitti.

mercoledì 2 febbraio 2011

RADIO SADA-e-AZADI WEST

Mentre sorvoli con l'elicottero il territorio a sud di Farah rimani colpito dal continuo susseguirsi di montagne aspre e sassose che si innalzano su ampie pianure desertiche. 
Intuisci la presenza dell'uomo dai solchi delle antiche carovaniere da cui si diramano flebili sentieri che, seguendoli con lo sguardo, ti fanno scoprire piccoli e rari agglomerati di case dello stesso colore del terreno, quasi invisibili già a poche centinaia di metri di quota.
Questi villaggi, che non sono segnati neppure sulle carte, rappresentano un mondo fermo, ormai incapace di sopravvivere secondo i suoi criteri millenari e reso inabile, dalla povertà e dall'ignoranza derivante dall'analfabetismo, ad organizzare un futuro diverso.
Solo il 5% della popolazione afghana è alfabetizzata e vive soprattutto nelle città e nei paesi più grandi che, con i loro sobborghi,  accolgono gran parte degli abitanti, stimati tra i 30 ed i 32 milioni. 

    
      Foto ©GIUSEPPE LAMI

Questo vuol dire che ci sono milioni di esseri umani totalmente abbandonati a se stessi, tagliati via da qualsiasi possibilità di sviluppo economico e sociale. Le costruzioni di fango in cui vivono sono prive di acqua, servizi igienici, fonti di energia e sono situate in un ambiente in cui la temperatura d'inverno scende sotto lo zero e d'estate raggiunge e spesso supera i 46 gradi.
In questi villaggi la popolazione vive in totale promiscuità, con pochissimi contatti con il mondo esterno ed i bambini subiscono abitualmente abusi sessuali.
Parlare della condizione delle donne è inutile: in questa realtà le donne non hanno una condizione!
Non esistono televisione, radio, telefono, internet, giornali, assistenza sanitaria e istruzione che aiutino a superare i limiti oppressivi e spesso crudeli della sharia, la legge sacra dell'islam, interpretata qui secondo schemi primitivi.
Questi villaggi sono i grandi vivai di manovalanza degli insorgenti così come il degrado urbano, la corruzione, l'ignoranza e la povertà costituiscono in certe zone del sud Italia l'ufficio di collocamento per la delinquenza organizzata.

   
     Foto ©GIUSEPPE LAMI

Per ISAF è essenziale creare canali di comunicazione con la popolazione di questi villaggi per conquistarne la fiducia e poterla coinvolgere nei numerosi progetti di sviluppo sociale ed economico in corso di attuazione da parte della comunità internazionale. 
Per questo motivo nel Regional Comand West è operativo uno speciale reparto dell'Esercito Italiano, il 28° Reggimento Comunicazione Operativa Pavia che, nonostante il nome, ha la sua sede a Pesaro.
Il Pavia è l'unico Reparto dell'Esercito e delle Forze Armate italiane specializzato nelle cosiddette "Comunicazioni  Operative" o PsyOps (Psycological operations) che si possono sintetizzare in tutte quelle azioni che permettono di creare, consolidare o incrementare il consenso della popolazione locale.
Il volo su Vienna della Pattuglia Serenissima di Gabriele D'Annunzio, con il famoso lancio di volantini, o le trasmissioni di Radio Londra durante la Seconda Guerra Mondiale rappresentano due casi tipici e storici di PsyOps.
La task force del Pavia che ha base ad Herat è costituita da una trentina di soldati specializzati che per svolgere la loro attività utilizzano anche metodi solo apparentemente superati, come gli annunci a mezzo altoparlanti o, per raggiungere con facilità i villaggi più lontani, la disseminazione aerea di volantini.
In questo caso i tecnici del "Pavia" studiano il messaggio insieme a collaboratori afghani e preparano gli impianti digitali per la stampa che in base al concetto cash to work viene affidata a ditte locali. I messaggi stampati sono spesso realizzati con fumetti per superare il gap dell'analfabetismo e vengono concepiti in modo tale che sia ben chiaro per chi li riceve riconoscere la fonte che li ha generati. 
Per affrontare specifici argomenti il reggimento realizza anche spot televisivi e radiofonici che vengono messi in onda acquistando gli spazi dalle emittenti locali.
La mission del 28°Reggimento Pavia in Afghanistan è quella di sviluppare una positiva percezione della popolazione nei confronti del Governo Afghano e delle sue Forze Armate e spiegare il ruolo delle Forze ISAF ma anche di promuovere il processo di reintegrazione degli insorgenti che decidono di deporre le armi.
Ad aprile del 2010 il Regional PsyOps di Herat ha aperto una stazione radio - Radio Sada e Azadi West (La Voce della Libertà) - che trasmette un palinsesto di notizie, rubriche ed approfondimenti in dari e pashto, le lingue locali.
Radio Sada e Azadi West è parte del network radiofonico di ISAF che con le sue frequenze e l'integrazione con il web copre tutto il territorio afghano.
E' una radio dedicata all'informazione e all'intrattenimento con le rubriche inserite in un palinsesto dove la musica afghana e dell'area asiatica  rappresenta attualmente il 60% del clock.
La gestione tecnica ed operativa è affidata ai militari italiani del Pavia, tra cui elementi della Riserva specializzati in comunicazione, mentre i giornalisti sono tutti afghani e parlano correttamente l'inglese.
Nelle trasmissioni vengono naturalmente illustrati i successi delle Forze di Sicurezza Afghane contro il narcotraffico e gli insorgenti, ma anche le iniziative del nostro contingente militare che spesso opera in sintonia con le ONG o con la cooperazione del nostro Ministero per gli Affari Esteri.
Per facilitare i contatti con le popolazione che vive più lontana dai grandi centri abitati i soldati del Reggimento svolgono un'attività di Relations Building Items cioè la distribuzione di oggetti che aiutano a costruire relazioni  come quaderni, penne, opuscoli, borse e sacche, torce senza batterie, palloni da calcio e altri gadgets;  nel caso specifico della radio i Relations Building Items sono costituiti da migliaia e migliaia di radioline verdi che possono funzionare anche a energia solare o con una manovella che aziona una dinamo con la quale è possibile caricare anche la batteria di un cellulare.


Radio Sada e Azadi è seguitissima, sia per gli argomenti trattai (lo sport, la vita di personaggi famosi, la vita ed i diritti delle donne, la salute, il mondo dell'infanzia) sia per la qualità del segnale che per la professionalità con cui vengono trattate le informazioni. Inoltre le radioline distribuite dal Reggimento Pavia oltre che sulle FM possono essere sintonizzate sulle altre lunghezze d'onda permettendo così di ascoltare anche altre stazioni radio facilitando il processo di analisi e di critica, indispensabile per ottenere il consenso.

Anche questo è un modo per riportare l'Afghanistan nell'alveo della normalità.
Certo è difficile stabilire il significato ed i limiti di ciò che è normale, ma usando parole semplici, si potrebbe dire che le cose incomincino a diventare normali quando, come alternativa al terrore, alla violenza, al sopruso, all'ignoranza ed alla miseria, iniziano a sorgere nuove aziende (400 nella sola Herat) e quindi opportunità di lavoro, si aprono ospedali ed ambulatori ma anche banche e istituti per il credito al consumo, le automobili vengono targate, gli importatori iniziano a pagare le imposte doganali, i bambini e soprattutto le bambine vanno a scuola, è possibile incontrarsi al caffè e parlare di tutto, oppure farsi radere in un negozio di barbiere e comprare libri e giornali da leggere liberamente. La normalità ha inizio anche quando  le questioni vengono risolte nelle aule dei tribunali e non a colpi di AK47 o di pugnale e nascono le rappresentanze politiche e sindacali e la popolazione viene censita e dotata di documenti di identificazione.
Tutto questo per noi europei è normale al punto tale che ci siamo scordati del percorso con cui le abbiamo conquistate. 
Se poi in Afghanistan c'è una  minoranza che si oppone a questa normalizzazione con le armi ed il terrore e che viene contrastata dal governo legittimo anche con le armi qualcuno in Europa dice che l'Afghanistan è stato invaso da una coalizione di cattivi, dimenticando o ignorando che i cattivi sono intervenuti su un mandato dell'ONU.

Questa è naturalmente un'esemplificazione estrema ma sicuramente superiore alla conoscenza media che gli italiani - compresi molti parlamentari - hanno della situazione afghana.
A parziale attenuante di questa disinformazione si deve accettare il fatto che i nostri quotidiani più importanti ed i TG nazionali  dedicano pochi spazi striminziti e superficiali alla politica estera ed alle questioni internazionali.






 

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